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PubMed should raise the bar for journal inclusion – Lezione dal Lancet

18 Agosto 2018

PubMed should raise the bar for journal inclusion – Lezione dal Lancet

Donald Trump, il Presidente, ringrazia Twitter per la sua ascesa alla Casa Bianca. Evan Williams, co-fondatore di Twitter chiede scusa, sostenendo che il web fu concepito per la condivisione più veloce delle informazioni e soprattutto corroborare la verità. Sembrerebbe invece che gli algoritmi di ricerca dei principali motori però promuovano la quantità di informazioni e non la qualità. Andrea Manca, Lucia Cugusi e Colleghi hanno scritto ad una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, the Lancet, per sottolineare il dramma che si sta piano piano palesando nell’editoria scientifica.

Predatory Journals

Riviste scientifiche che assicurano ai ricercatori di pubblicare velocemente i propri studi ed esperimenti. Pubblicare un proprio esperimento in un indexed-journal è un procedimento lungo e complesso. Tutto parte da un’idea o dall’osservazione di un fenomeno; Cartesio però chiedeva la dimostrazione dell’idea o del fenomeno con rigore metodologico. Ciò va espletato, ed infine, la scienza è sopratutto comunicazione, condivisione e discussione: il confronto con i pari. Riassumendo e semplificando, per pubblicare in un indexed-journal una ricerca scientifica occorrono: idea, dimostrazione e discussione fra pari. Il peer-review process è un criterio imprescindibile per determinare il grado di “pubblicabililità” di un paper scientifico. Ancora più semplicemente, se i revisori (peer-reviewer reclutati dalla rivista) sostengono che il lavoro sia pubblicabile e se l’editore approva, nasce l’articolo scientifico. Da questo punto in poi, sempre semplificando, si arriva a PubMed. Probabilmente i veri ricercatori non si rivolgono ai predatory Journal. Tuttavia la facilità e la velocità con cui si pubblica in queste riviste, facilitano l’acquisizione del titolo di Ricercatore ai… predatory Researcher.

Il passo è molto breve nello stimolare un altro fenomeno, tipico del settore “Fitness & Wellness“. Per vendere meglio i propri prodotti è oramai un must il proprio ed autoreferenziato “Dipartimento di Ricerca“, ancora più attraente se in lingua inglese “R&D – Department“. Grossolana, ma probabilmente efficace, la pagina nel proprio blog / sito web, quella delle “pubblicazioni scientifiche”, dove sono caricate tesi di Laurea, se va bene. Se non va bene, articoli da riviste di gossip e opinioni di esperti. Le tesi di laurea, non sono documenti scientifici, sono elaborati e servono al candidato per discutere ed argomentare una tematica di fronte ad una commissione, che a sua volta valuta l’operato del Laureando.

Info utili dall’articolo in Lancet

Ad ottobre 2016, Andrea Manca, Lucia Cugusi e Colleghi sottolineano l’esistenza di una quota superiore al 10% di riviste indicizzate in PubMed definibili predatory Journal. Ad aprile 2017 riportano il verificarsi dell’aumento del tasso di crescita di queste riviste e la loro inclusione in PubMed. PubMed è uno dei principali motori di ricerca per la catalogazione di informazioni ad uso dei professionisti della salute e delle scienze mediche. Sebbene la U.S. National Library of Medicine precisi che per i predatory Journal non vi sia indicizzazione in MEDLINE (database bibliografico per la letteratura scientifica delle scienze della vita e discipline biomediche), comunque le loro citazioni appaiono classificate come “incluse“.

Vale la pena di porsi qualche domanda. “Mi sottoporrei ad cura o un trattamento i cui metodi sono certificati da un predatory Journal, che non sottopone l’esperimento e i dati al vaglio di esperti peer-reviewer? Anzi, personalmente, nelle nostre tematiche, sarei disposto a pagare per allenarmi tramite un protocollo di esercizio che non sia stato approfondito dalla letteratura scientifica (quella vera)… Peggio ancora, lo somministrerei ai miei clienti?”

P.S. …The Lancet ha un impact factor maggiore di 45 (dettagli metrici della rivista). 

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Per un approfondimento si rinvia a:

Andrea Manca, Lucia Cugusi, et al. “PubMed should raise the bar for journal inclusion“, in The Lancet, 2017. 
Andrea Manca, Lucia Cugusi et al. “Predatory open access in rehabilitation“, in Arch Phys Med Rehabil, 2017.
Andrea Manca, Lucia Cugusi et al. “The surge of predatory open-access in neurosciences and neurology“, in Neuroscience, 2017.