Come stimolare il sistema immunitario grazie all'esercizio fisico
Molto spesso, per i soggetti con diabete di tipo 1, risulta difficile gestire la pratica di un esercizio fisico strutturato se non si è educati a farlo. Di conseguenza, si verifica un abbandono precoce delle attività con annesse successive complicanze dovute alla sedentarietà. Insegnare a gestire la terapia con l'attività fisica è di fondamentale importanza per tutti i benefici che essa ne comporta, di cui sarà difficile farne a meno.
Il danno d'organo, può presentarsi come complicanza del diabete di tipo 1. I bersagli più colpiti sono:
- Donna, 37 anni
- Patologia principale: diabete di tipo 1, con trapianto di rene e pancreas da danno diabete-correlato
- Complicanze: neuropatia autonomica con severa incompetenza cronotropa, neuropatia periferica, retinopatia, fistola artero-venosa al braccio sinistro
- Livello di attività fisica: sedentaria
- Capacità aerobica: ridotta
- Forza muscolare: ridotta
- Equilibrio: deficit dell'equilibrio statico e dinamico
- Mobilità articolare: ridotta nel cingolo scapolo-omerale, marcata riduzione della flessibilità degli arti inferiori
- Educare alla gestione delle possibili complicanze dovute al diabete di tipo 1 durante la pratica dell'esercizio
- Incrementare la forza e la resistenza dei maggiori gruppi muscolari
- Migliorare l'equilibrio statico e dinamico
- Incrementare il range articolare del cingolo scapolo-omerale e la flessibilità degli arti inferiori
- Incrementare l'efficienza cardiovascolare
A seguito della valutazione funzionale, la prima fase di avviamento all'esercizio è stata di fondamentale importanza per educare il soggetto al monitoraggio (ai fini della pratica motoria) del proprio livello di glicemia e al riconoscimento dei sintomi, per evitare picchi glicemici eseguendo il programma in piena sicurezza. Per questo, il livello glicemico era auto-valutato dal soggetto stesso, prima di iniziare la seduta di allenamento, al termine e nelle due ore successive. Visto il quadro clinico piuttosto complicato, in caso di necessità, era suggerita un'ulteriore misurazione durante la seduta al fine di confermare o meno sensazioni simili ai sintomi dovuti al calo del livello glicemico. La frequenza cardiaca è stata monitorata con cardiofrequenzimetro, l'intensità vera e propria attraverso la scala di Borg, in questo caso apparentemente più affidabile a causa della neuropatia autonomica.
Al termine del primo mese di allenamento, il soggetto ha acquisito un maggior controllo e consapevolezza dei sintomi che si presentavano durante l'allenamento, riuscendo anche a prevenirli in maniera completamente autonoma. Dal punto di vista fisico, c'è stato un aumento della tolleranza all'esercizio con incremento dell'intensità di lavoro aerobico e di forza. Gli esercizi specifici per l'equilibrio hanno portato ad un miglioramento di questa capacità, con un miglior controllo sia nello statico che nel dinamico. Durante le sedute di allenamento, il soggetto non ha mai riscontrato problemi specifici portando a termine questo primo periodo di esercizio, con l'obiettivo di continuare l'attività ed implementarla nel corso del tempo.
GymHub S.r.l. - Spin-off dell’Università di Padova ricorda che la gestione, programmazione e somministrazione di protocolli di esercizio in soggetti in salute e con patologie croniche clinicamente stabilizzate sono prerogativa del Laureato Magistrale in Scienze Motorie con indirizzo in Attività Motoria Preventiva e Adattata, come previsto dal D.M. 16 marzo 2007 del MIUR.